Diagnosi- stato confusionale…
Osservo sempre più spesso la quantità enorme di persone confuse, che non sanno chi sono, cosa vogliono e dove vanno…Continuano a cercare, spostandosi da un posto all’altro, cambiando lavoro, paese o partner, e anche se restano ferme senza fare grandi cambiamenti, sono comunque confusi. Perché sono così tante le persone letteralmente “in crisi”?
Io una risposta non ce l’ho... anche perché faccio parte della categoria. Magari la colpa è di troppe opportunità? Avendo così tanti canali di informazione, abbiamo troppi spunti, troppe persone a cui paragonarci, troppi posti dove vorremmo stare, troppe esperienze che vorremmo vivere. Un flusso enorme di informazione genera una confusione altrettanto enorme. Sfruttando questa confusione umana, si sono materializzati tanti guru che ci insegnano come vivere…E noi, cogliendone gli spunti, diventiamo anche più confusi…
Per esempio l’ultimo “capolavoro” che secondo me ha contribuito alla confusione di tante persone è un manuale su come vivere una “luxury life”, lavorando solo 4 ore al giorno di Timothy Ferriss. L’autore propone di organizzare la propria esistenza in modo diverso, senza spaccarsi la schiena 8 ore al giorno, ma godendosi la vita, viaggiando, studiando le lingue e imparando a ballare il tango. Bello, senza altro….Però è reale o c’è il rischio che ti faccia vivere un’illusione, una vita che non esiste, che poi ti porta pure alla frustrazione perché non riesci ad avere una vita bella come Timothy Ferris?
Magari è questo uno dei motivi della crisi mondiale e personale di ogni uno di noi? La voglia di una vita in cui investi poco, ma ricevi tanto?
Siamo affrettati, desideriamo tutto subito. Se a trenta anni non hai qualche affermazione di successo sei un fallito. Il consumismo ci porta a un costante paragone con le persone che sono arrivate. Ti fa venire l’ansia, non hai tempo, devi correre, devi riuscire a saltare su un treno che non sai neanche dove ti porta.
Invece quando ti capita di prendere il caffè con “i vecchi lupi” che piano piano hanno costruito il loro piccolo impero, ti rendi conto che magari dovresti seguire il loro consiglio, ovvero essere più paziente... Questa continua ricerca di se stessi, dicono loro, ti porta a nient’altro che a perdere la cosa più preziosa che esiste: il tempo. Va bene sperimentare, però la cosa più importante è costruire. Giorno per giorno, in un posto, con una persona, mettendo le fondamenta e poi ogni giorno un mattone nuovo. Insomma come costruisci la tua casa. Non è mica che ti arriva subito già pronta. Dicono che bisogna stare attenti, perché un giorno quando non sei più così giovane, rischi di rimanere senza nulla di stabile, anche in termini di beni materiali.
Beh, ognuno ha il suo proprio punto di vista. Le persone occidentali, però, mi sembrano più confuse…;) Magari i valori sono diversi… Una donna media in Russia, per esempio, a trent’anni hai già almeno un figlio. Quindi a cinquanta avrà sempre lo stesso figlio ma adulto, che porterà gioia, amore e si prenderà cura della sua mammina. In occidente è diverso…Tante donne a quarantacinque anni sono ancora single, con una carriera magnifica, ma con un vuoto enorme dentro. Perché? Appunto perché a trenta, trentacinque anni, hai sempre voglia di sperimentare, di cercare…Poi però finisce che a quarant’anni in sostanza non hai combinato un gran che. Non dico che i figli sono una soluzione. Dico solo che magari è ora di tornare ai valori tradizionali, cercando di essere motivati da sé essi piuttosto che dai valori moderni, no? Ovvero riuscire ad arrivare in poco tempo ad avere tutto…
Non ci sono modelli pronti da seguire. Era facile ai tempi dell’Unione Sovietica. Tutto era già deciso. Università, lavoro, matrimonio appena finisci l’università, primo bambino dopo un anno, secondo dopo tre anni, vacanza sul Mar nero e la vita pianificata…Mi ricordo quando ero alle superiori, guardai mia madre e le dissi: “Mamma, ma anche la mia vita sarà così noiosa, così programmata fino una nausea?”…Allora avevo paura della noia…Infatti la mia vita è tutt’altro che noiosa...Secondo voi è meglio?:)
Questo flusso di pensieri abbastanza scollegato mi ha portato a uno stato ancora più confusionale di prima. Ma almeno mi sono sfogata…
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
ma ciao Lidia,
RispondiEliminacerto che anche il nome non mi sembra molto bielorusso, o no?...omen nomen dicevano i romani, anche se il nome ha originie greca, ma tanté; a nome del popolo italiano e ribadendo che in fondo siamo un tutt'uno su questo pianeta, mi attribuisco l'onore di darti il formale "Benvenuta in Italia" (tra l'altro...non credo che il pianeta si sia mai sforzato di creare degli stati...che in fondo sono solo una convenzione umana, e nulla più...)!
Personalmente credo che lo stato confusionale, caratteristica distintiva della nostra generazione, sia dato da una fase evolutiva di passaggio molto importante. Dopo millenni di vita vissuta all'interno di regole create o rivisitate dall'uomo oggi una buona parte dell'umanità è più attenta a ciò che gli succede dentro lasciando in secondo piano gli eventi esteriori. E' infatti una inquietudine, una mancanza di serenità interna quella di cui parli e non la mancanza di un "bene" esteriore. Fino alla generazione precedente (potrei dire quella dei nostri genitori) la vita era focalizzata al raggiungimento del benessere materiale, della posizione sociale per raggiungere una serenità interiore data da fattori esterni. Ora invece abbiamo iniziato a mettere in discussione il fatto che il benessere esteriore sia sufficiente per questa serenità interiore...e questo ci fa perdere tutti i riferimenti. Siamo smarriti.
Se non sono più felice perché "ho"...cosa può renderemi felice? E nel momento in cui la "forza" della materia perde intensità si fa spazio un'altro genere di "forza" che ci appartiene. E' una forza che parte da dentro e che mette in discussione tutto ciò che percepiamo con i nostri sensi. Ossia, se tolgo tutto ciò che percepisco coi sensi, cosa resta? ed il facile ritorno all'eterna domanda: io, chi sono? Cos'é questa realtà che percepisco? Credo che oggi questa domanda che sale da dentro sia sempre più forte e noi stiamo ancora ricercando riferimenti all'esterno perché così siamo abituati mentre forse non è li che troveremo una risposta. Come diceva una antica storia dell'uomo che dopo aver girato il mondo alla ricerca del tesoro che aveva sognato torna a casa sconsolato e scavando la sua fossa sotto le fondamenta lo trova.
Ste
Hai ragione. La risposta è dentro di noi...molto profondo però.:)
RispondiElimina