martedì 27 ottobre 2009

Giorno della marmotta?

Ogni giorno è un assillante e ripetitivo giorno della marmotta. Ogni giorno siamo condannati a ripetere lo stesso scenario: sveglia alle sette, in mezzo alla folla in tram, caffè del mattino al bar, l'ufficio, il pranzo, e di nuovo la folla in metropolitana, la casa, la cena, e poi nanna. È così ogni giorno. E per tutta la giornata non hai fatto nulla per te stesso, non c'è nulla di più importante della discussione su come dovrà essere la confezione di sapone o di un prodotto mass market. Oggi sei riuscito a far firmare un contratto al cliente, partecipando così al "benessere" e la crescita della tua azienda. Ogni giorno centinaia di persone si prendono cura di centinaia di loro società, partecipando così alla loro crescita. Nessuno però parteciperà alla tua di crescita. Lo puoi fare solo tu, peccato però che non c'è tempo per farlo, perché dalle le nove del mattino fino alle sette di sera dai un utile contributo all'economia globale e al raggiungimento del budget mensile.

Così passano giorni, settimane, mesi, e guardando indietro, ti rendi conto che vivi in questo sistema ben consolidato, come una "vite", eseguendo ogni giorno quasi in automatico ciò che è prescritto dalla tua job description. Ogni sera torni a casa stanco e solo otto ore dopo inizi ancora un altro giorno. Identico a quello di prima.

Non puoi nemmeno scappare da questo sistema perchè c'è l'affitto da pagare, come anche luce, gas, internet e tante altre "belle" piccole cose. Alla fine vivi in una grande città pagando per starci. Sembra assurdo, ma vero. Non puoi permetterti niente di esagerato, solo ogni tanto ti coccoli con un suchi o una cream costosa giusto così ricordandoti che meriti "solo il meglio".
Ogni giorno centinaia di persone come te desiderano di mandare tutto a puttane ed isolarsi in un piccolo villaggio a crescere pomodori, solo che nessuno lo fa, perché tutti hanno paura di perdere tutta questa loro miseria quotidiana. Anche se ogni giorno è uguale, però almeno si sa cosa accadrà domani...Ma ci sarà un domani, se continua questa noiosa e poco sensata maratona del giorno della marmotta...?

martedì 31 marzo 2009

Secondo voi quanto vive l'amore? Gli scienziati dicono che l'innamoramento dura non più di tre anni. Dopo di ché sparisce, oppure nel caso delle copie fortunate si trasforma…Diventa affetto, voler bene, gioia di avere vicino una persona cara. Tante coppie continuano a vivere uno a fianco all'altro senza provare più un sentimento, ma solo per abitudine, oppure per una situazione familiare, o per uno status sociale. Tante persone continuano a stare insieme nell'ipocrisia totale, solo per i figli, senza tanta voglia di parlare, di fare l'amore, non vivendo, ma trascorrendo il quotidiano non sopportabile.

Qual è il segreto delle coppie che stanno da anni insieme, mantenendo il fuoco vivo dentro i loro cuori? Io non so la risposta. Penso però che lo stare insieme richiede tanto lavoro su noi stessi, un coinvolgimento delle energie interiori, perché l'amore è una continua sfida, una continua evoluzione, l'amore è una materia fragile e delicata che richiede molta attenzione.

O magari, il segreto è nell'avere una constante stima del proprio partner? Quando continuiamo ad ammirare, continuiamo ad apprezzare, a fidarci, a stupirci, a incuriosirci, continuiamo ad avere voglia di percorrere un viaggio insieme, sia con le strade larghe e pulite, sia con le stradine sterrate e difficili, possiamo sperare che riusciremmo ad arrivare un giorno a guardare il nostro partner con gli occhi pieni di amore anche tra tanti anni…Magari…?

sabato 21 marzo 2009

Penso di avere la crisi di trent’anni...L’ho scoperto oggi, parlando con la mia amica coetanea. Tutti due abbiamo gli stessi sintomi...

La realizzazione che non hai combinato un granché, ovvero non sei riuscito a comprare casa, a creare una famiglia, a crescere un albero, i dubbi sul tuo percorso professionale, sulle tue scelte in generale. Vorresti nasconderti da qualche parte con le spiagge bianche e fare qualcosa che ti porta armonia oppure ritirarsi tra le colline verdi ad allevare pomodori...Non ci stai più dentro..

Assenza di sicurezza, assenza di prospettiva, assenza di chiarezza...Tutto questa crisi interiore si sovrappone sulla crisi mondiale e così non riesci più a stare tranquillo...Perché hai paura e la preoccupazione del futuro. I tempi sono cambiati, sono andati via i tempi del lavoro "a vita", di partner "a vita" ... Non abbiamo nessuna sicurezza, nessuna garanzia, né dai nostri datori di lavoro, né da fidanzati, né da mariti, da nessuno.

Come fai a dormire di notte se da oggi a domani tutto quello che ti è sembrato "sicuro" diventa "temporaneo", momentaneo, effimero..

Sia la crisi di trent'anni, sia la crisi generale , secondo me, servirà a cambiare qualcosa dentro di noi. Sopravviveranno più forti, più bravi e più ottimisti. Anche se alla fine è davvero difficile essere positivo in questi tempi. Però è l'unica cosa che rimane...

martedì 10 marzo 2009

Vivendo a Milano, non avevo mai tempo per me stessa, per i miei hobby, per i miei interessi…

Tornando a casa stanca ed esausta pregavo dentro di me ad avere un momento di pace, di relax, la possibilità di dedicarmi alle mie passioni. Non correre, ma rallentare, non guardare solo avanti, ma intorno, notando i piccoli cambiamenti della natura..

Chiedi e la tua preghiera sarà ascoltata…

Ho avuto la fortuna di ottenere il lusso più costoso che esiste, il tempo, la possibilità di non lavorare 8 ore al giorno, cercando di capire dentro di me cosa veramente ho voglia di fare.

Ed è successa una cosa strana…Sono diventata “prigioniera della mia libertà”…non sono riuscita a stare ferma, dovevo continuare a galoppare. Mi mancava la grande città e ad ogni occasione possibile cercavo di scappare da un posto tranquillo vicino al mare alla frenetica metropoli. Mi mancavano i sushi bar, gli aperitivi, i negozi di scarpe, la possibilità di uscire e vestirmi bene….anche se dentro di me sapevo che tornando alla vita di qualche mese fa avrei iniziato a lamentarmi di nuovo, soffocata dalla pazzia della vita “normale”, e sicuramente mi sarei resa conto che mi mancava lo spazio per me stessa…Ma nello stesso tempo sentivo che la vita lenta e tranquilla non è fatta per me..
Sono una cavalla selvaggia che deve continuare a galoppare…E poi, a che scopo…dove corro, cosa ho fretta di raggiungere, perché ho cosi tanta ansia di avere tutto il giorno pieno di lavoro senza possibilità di fermarmi… La realizzazione personale? Oppure la paura di essere giudicata perché non faccio niente di quello che fanno gli altri…Ovvero lavorare otto ore al giorno… Ma la realizzazione personale sta solo nel lavoro? No, sta nell’espressione della propria creatività, per esempio…Che purtroppo io non riuscivo ad esprimere in una realtà tranquilla…Ogni volta che scrivevo un pezzo succedeva perché ero stata in una città grande, come se la frenesia mi ispirasse…Magari è cosi…Sono schiava del sistema e non riesco a realizzare le mie passioni in un posto tranquillo…
Magari perché la mia passione è appunto legata ad una città grande e perché solo stando qui io riesco a realizzarmi, anche se poi non ho mai tempo….

giovedì 26 febbraio 2009

Diagnosi- stato confusionale…


Osservo sempre più spesso la quantità enorme di persone confuse, che non sanno chi sono, cosa vogliono e dove vanno…Continuano a cercare, spostandosi da un posto all’altro, cambiando lavoro, paese o partner, e anche se restano ferme senza fare grandi cambiamenti, sono comunque confusi. Perché sono così tante le persone letteralmente “in crisi”?
Io una risposta non ce l’ho... anche perché faccio parte della categoria. Magari la colpa è di troppe opportunità? Avendo così tanti canali di informazione, abbiamo troppi spunti, troppe persone a cui paragonarci, troppi posti dove vorremmo stare, troppe esperienze che vorremmo vivere. Un flusso enorme di informazione genera una confusione altrettanto enorme. Sfruttando questa confusione umana, si sono materializzati tanti guru che ci insegnano come vivere…E noi, cogliendone gli spunti, diventiamo anche più confusi…
Per esempio l’ultimo “capolavoro” che secondo me ha contribuito alla confusione di tante persone è un manuale su come vivere una “luxury life”, lavorando solo 4 ore al giorno di Timothy Ferriss. L’autore propone di organizzare la propria esistenza in modo diverso, senza spaccarsi la schiena 8 ore al giorno, ma godendosi la vita, viaggiando, studiando le lingue e imparando a ballare il tango. Bello, senza altro….Però è reale o c’è il rischio che ti faccia vivere un’illusione, una vita che non esiste, che poi ti porta pure alla frustrazione perché non riesci ad avere una vita bella come Timothy Ferris?
Magari è questo uno dei motivi della crisi mondiale e personale di ogni uno di noi? La voglia di una vita in cui investi poco, ma ricevi tanto?
Siamo affrettati, desideriamo tutto subito. Se a trenta anni non hai qualche affermazione di successo sei un fallito. Il consumismo ci porta a un costante paragone con le persone che sono arrivate. Ti fa venire l’ansia, non hai tempo, devi correre, devi riuscire a saltare su un treno che non sai neanche dove ti porta.
Invece quando ti capita di prendere il caffè con “i vecchi lupi” che piano piano hanno costruito il loro piccolo impero, ti rendi conto che magari dovresti seguire il loro consiglio, ovvero essere più paziente... Questa continua ricerca di se stessi, dicono loro, ti porta a nient’altro che a perdere la cosa più preziosa che esiste: il tempo. Va bene sperimentare, però la cosa più importante è costruire. Giorno per giorno, in un posto, con una persona, mettendo le fondamenta e poi ogni giorno un mattone nuovo. Insomma come costruisci la tua casa. Non è mica che ti arriva subito già pronta. Dicono che bisogna stare attenti, perché un giorno quando non sei più così giovane, rischi di rimanere senza nulla di stabile, anche in termini di beni materiali.
Beh, ognuno ha il suo proprio punto di vista. Le persone occidentali, però, mi sembrano più confuse…;) Magari i valori sono diversi… Una donna media in Russia, per esempio, a trent’anni hai già almeno un figlio. Quindi a cinquanta avrà sempre lo stesso figlio ma adulto, che porterà gioia, amore e si prenderà cura della sua mammina. In occidente è diverso…Tante donne a quarantacinque anni sono ancora single, con una carriera magnifica, ma con un vuoto enorme dentro. Perché? Appunto perché a trenta, trentacinque anni, hai sempre voglia di sperimentare, di cercare…Poi però finisce che a quarant’anni in sostanza non hai combinato un gran che. Non dico che i figli sono una soluzione. Dico solo che magari è ora di tornare ai valori tradizionali, cercando di essere motivati da sé essi piuttosto che dai valori moderni, no? Ovvero riuscire ad arrivare in poco tempo ad avere tutto…
Non ci sono modelli pronti da seguire. Era facile ai tempi dell’Unione Sovietica. Tutto era già deciso. Università, lavoro, matrimonio appena finisci l’università, primo bambino dopo un anno, secondo dopo tre anni, vacanza sul Mar nero e la vita pianificata…Mi ricordo quando ero alle superiori, guardai mia madre e le dissi: “Mamma, ma anche la mia vita sarà così noiosa, così programmata fino una nausea?”…Allora avevo paura della noia…Infatti la mia vita è tutt’altro che noiosa...Secondo voi è meglio?:)
Questo flusso di pensieri abbastanza scollegato mi ha portato a uno stato ancora più confusionale di prima. Ma almeno mi sono sfogata…